venerdì 10 aprile 2020

Mi manca la scuola???????



Non l’avrei mai detto: mi manca tanto la scuola, a me…… capite?!!! Mi mancano le risate trattenute per non far arrabbiare i prof., quelle che più cerchi di non ridere e più non ce la fai a stare serio, mi mancano gli sguardi ansiosi che partivano da un banco all’altro prima di un’interrogazione, mi mancano le nostre chiacchiere in attesa del suono della campanella, i circle-time dove ognuno esprime le sue emozioni… insomma, ogni piccola cosa che ha riempito questi tre anni rimarrà nel mio cuore. Mi mancano addirittura i prof.!!!!!!!!!!!!!Aiutooooo!


Che pazzi che siamo……..tutti a casa costretti a pensare! E poi d’improvviso alle 18 usciamo fuori in balcone e cantiamo, e cantiamo l’inno, suoniamo qualsiasi cosa ci faccia sentire uniti, intoniamo canzoni, per noi ragazzi mai cantate prima, prima timidi, poi sempre meno. Ci riscopriamo tutti fragili, un po' pazzi, spaventati di stare immobili e di non correre più ma forse qualcuno lassù vuole invece fermarci e magari insegnarci a diventare più forti di quanto pensiamo di essere.
La 3 °D VUOLE TORNAREEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!

Rischiamo di non partire più'?!



Questa è stata una delle notizie più brutte che ci potessero dare... la gita in Sicilia forse verrà cancellata!
Un viaggio tanto atteso che forse non si farà a causa del Coronavirus, per evitare di prendersi qualsiasi malattia di questo genere.
Saremmo dovuti partire il 23 marzo, eccolo si sta avvicinando, ma purtroppo sarà un giorno scolastico come gli altri... senza nessuna partenza.
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In realtà la Sicilia è uno dei posti più "sicuri" dove andare, perchè solitamente lì fa caldo, quindi fino a prova contraria il virus dovrebbe attaccare di meno, e viste le alte temperature potrebbe anche morire.
E' una notizia di cui tutti ci sono rimasti malissimo, perché ci tenevamo tanto a fare questo viaggio, forse anche l'ultimo tutti insieme, perché poi ognuno avrebbe preso la propria strada.
Adesso dobbiamo solo attendere per sapere se il viaggio verrà cancellato del tutto, oppure verrà solamente rinviato a quando la situazione sarà meno aggravata.
incrociamo le dita e speriamo bene...

Attendiamo soltanto una risposta, quella che ci dirà: "Sì, potete partire!"
Greta Belpasso

E la Sicilia??????


Erano mesi che avevamo iniziato a fare il conto alla rovescia per una fantastica esperienza: la gita di fine anno in Sicilia!


Pensavamo già a come dividerci nelle stanze in albergo e nelle cuccette sulla  nave, a come ci saremmo divertiti la sera grazie all’animazione, ma in particolare a come avremmo passato quest’ultima gita insieme prima di concludere la terza media e prendere ognuno la propria direzione.
Ma purtroppo tutti questi pensieri si sono interrotti a causa di una bruttissima notizia:”Tutte le gite e gli spostamenti in Italia sono momentaneamente sospesi per la grande diffusione del Covid-19(Coronavirus)”.
Tutti noi di terza siamo andati nel panico,in un attimo sui nostri volti è calato un velo di tristezza e tante domande hanno iniziato ad affollare la nostra mente e tra queste c’era la più importante:la riusciremo a fare questa gita?

A questa domanda ancora non c’è risposta.
Spero che domani svegliandomi scopro che tutto questo è solo un brutto sogno e che la nostra bellissima avventura sarà proprio come l’avevamo immaginata!
                          Cristina

Che fine faremo?????



A settembre è iniziato il nuovo anno scolastico , ero carico e pieno di buoni propositi.
Tutto procedeva bene, le lezioni venivano svolte con passione dai professori e noi alunni come sempre interessati, chi più chi meno.
Fino ad arrivare a fine febbraio quando per colpa di un virus siamo dovuti stare a casa.
I professori e la scuola si sono attivati per farci lezione con programmi di videochat, tutto questo non è facile sia per noi alunni che per i prof. Spero che tutto questo passi il prima possibile perché abbiamo gli esami di terza media e stando a scuola si è più concentrati nell' apprendimento scolastico.
Tutto questo mi ha fatto capire quanto sono stato fortunato ad avere in questi anni insegnanti fantastici, che dedicano il loro tempo per noi ragazzi .


Manuel 

Io resto a casa


Ho deciso di affrontare un argomento per me molto importante perché è di attualità e perché mi ha sensibilizzato molto.
Sto parlando del “coronavirus”.
Personalmente sono terrorizzata da tutto ciò, eppure c’è gente che ancora non ha capito la gravità della situazione.
Scuole, palestre, negozi, piscine, bar, viaggi di tutti i tipi, con nave o aereo, bloccati o rimandati…. Tutto chiuso.
Il governo ha detto che dobbiamo restare il più possibile a casa per far sì che questa epidemia non si espanda più di quanto abbia già fatto. Quindi dobbiamo stare in “quarantena”, eppure c’è gente che se ne frega.
Un sacco di persone sono contagiate e tante stanno morendo, nonostante tutto c’è gente che si rifiuta di prendere una qualsiasi precauzione, riunendosi per aperitivi e cene.
Sembra non importargli neanche degli innumerevoli appelli lanciati in TV e via social network da svariati personaggi famosi, che invitano a rimanere a casa.
Fortunatamente stanno sperimentando alcune nuove cure ed il nostro paese è quello che per primo ha isolato il virus.
Questo virus ha colpito tutto il mondo e, mentre l’Italia è già tutta “zona rossa”, altri paesi europei e non stanno vedendo aumentare i contagi in modo esponenziale.  Sono tutti concordi nel ritenere che nelle prossime settimane ci sarà un picco dei contagiati e nessuno sa bene quali potranno essere le conseguenze di tutto questo.
Fortunatamente c’è una bella notizia, ovvero ci sono dei guariti ma, per i nuovi contagiati la situazione si aggrava ancora di più perché i posti letto stanno scarseggiando.
I medici rischiano la loro vita perché sono a contatto con molte persone malate ogni giorno e gli strumenti di protezione, come le mascherine, i guanti ed i disinfettanti per le mani non si trovano o hanno raggiunto prezzi esagerati.
Tutte le persone rischiano di contagiarsi ma le persone più anziane, vista la loro età e spesso per le loro condizioni di salute non sempre buone, sono ad oggi i soggetti più a rischio della vita.
Comunque il virus sta iniziando a contagiare anche molti giovani e giovanissimi.
La situazione che a me fa rabbrividire è che se i posti letto per la terapia intensiva inizieranno a scarseggiare, i medici saranno costretti a scegliere chi curare, scegliere tra giovani ed anziani, tra me ed i miei nonni.
Gli unici aspetti positivi che trovo in tutta questa situazione assurda è che stando a casa possiamo riscoprire cose nuove, possiamo stare in famiglia e dedicare del tempo a noi stessi ed ai propri cari, cosa che non sempre ci è stata possibile a causa delle tante cose che siamo costretti a fare ogni giorno. Infine stiamo imparando ad usare nuovi strumenti per comunicare e vederci a distanza, sia con i miei amici e soprattutto con la mia classe. Riusciamo a svolgere compiti e studiare attraverso il PC con videoconferenze e lezioni on-line.
Ricordiamolo sempre, tutti …STIAMO TUTTI A CASA…



Chiara

Corona...che???????


Date le ordinanze emanate dal ministero della salute le scuole rimarranno chiuse fino al 5 aprile. In questa circostanza noi studenti siamo supportati da una piattaforma digitale che ci consente, per quanto possibile, di tenerci al passo con il programma.
A quanto pare la situazione è critica e io sono molto preoccupata per la mia salute e quella delle persone a me care. Con le nuove indicazioni è consigliato vivamente di rimanere a casa, cosa per me molto difficile.
Penso però che il rimanere dentro casa a lungo mi darà modo e tempo di dedicarmi maggiormente allo studio, particolarmente al percorso interdisciplinare che va preparato per l’esame di terza media che affronterò quast’anno. 
La mancanza degli amici e del contatto fisico con determinate persone si fa notevolmente sentire ma è senza dubbio molto importante tutelarci. Un’altra cosa che mi preoccupa, anche se in modo minore, è la probabilità che venga posticipata la fine delle scuole fino a fine giugno o addirittura di più.
Sophie

Sembra ieri che…

Allora gli adulti non mentono!!

Spesso li sentiamo dire:  “Quanto passa velocemente il tempo, sembra ieri che…” e noi li guardiamo con facce strane perché non riusciamo a capire davvero cosa vogliono dire.

Sembra ieri che la preside chiamava i nostri nomi per formare la classe nell’androne del Bibliopoint.

La nostra è una classe abbastanza numerosa, siamo in 22, eppure non ci abbiamo messo molto a legare tra noi.

Tre anni ci sembravano un’infinità ed ora eccoci qui: mancano solo tre mesi alla fine della scuole e a Settembre ci attende un’esperienza tutta nuova: le superiori.

Sicuramente mi mancheranno le risate trattenute per non far arrabbiare i prof., quelle che più cerchi di non ridere e più non ce la fai a stare serio, mi mancheranno gli sguardi terrorizzati che partivano da un banco all’altro prima di un’interrogazione, mi mancheranno le nostre chiacchiere in attesa del suono della campanella, mi mancheranno i circle-time dove ognuno esprimeva le sue emozioni… insomma, ogni piccola cosa che ha riempito questi tre anni rimarrà nel mio cuore.

Eppure il primo giorno di scuola le medie mi sembravano un tempo infinito!!

Posso dirlo anch’io: “quanto passa velocemente il tempo, sembra ieri che…”.



                   Ilaria  

Preparazione agli esami.....




Quest'anno noi di terza media abbiamo gli esami e, oltre a dover preparare l'argomento interdisciplinare da esporre, dobbiamo anche dipingere una tavola con il disegno per arte. Per iniziare, ci hanno detto di comprare una tavola di legno e del gesso acrilico per poi passarlo 5-6 volte sopra e farlo diventare di un bianco intenso. Ognuno di noi ha scelto il disegno che più gli piaceva insieme al professore, poi lo abbiamo stampato con la grandezza della nostra tavola, lo abbiamo disegnato su dei fogli trasparenti e infine lo abbiamo trasferito sulla tavola. Ora per finire tocca a noi dargli un colore per renderlo unico.
Restando sempre in tema con gli esami, parliamo della nostra pseudo-tesina: scegliendo sempre un tema che più ci piace dobbiamo prendere quell'argomento e approfondirlo il più possibile cercando i vari collegamenti fra le varie materie. 
Dopo aver scritto tutto il necessario, non ci resta che esporlo alla commissione e sperare che tutto vada bene e riuscire a raggiungere un voto che ci faccia passare l'esame e farci sentire soddisfatti di noi. Siamo molto in ansia nell'aspettare l'arrivo di questi esami e vorremo arrivare a giugno tranquilli per poter svolgerlo al meglio. Noi non sappiamo neanche cosa succederà e se ce li faranno fare perchè attualmente le scuole sono chiuse per via del coronavirus e le lezioni sono sospese, ma con le nostre professoresse stiamo cercando in ogni modo possibile di continuare a svolgere le lezioni da casa con delle videochiamate, ma per il momento tutto ciò sembra che non funzioni molto bene. Per il resto speriamo che tutto vada per il meglio e che nessuno non venga ammesso alle prove di fine anno.
Licia e Syria

Il nostro incontro con l'autore Daniele Aristarco


E voi avete mai avuto un incontro con un giovane scrittore che parla attraverso delle lettere sugli aspetti del fascismo?
Beh, noi abbiamo proprio avuto questa fantastica occasione di poterlo incontrare.
Vi starete chiedendo chi abbiamo incontrato… è facile:
Daniele Aristarco.
Lui scrive in particolare su ciò che più lo appassiona, e nell’ultimo libro parla del fascismo, dei suoi aspetti più intimi e di quello che lo colpisce tra le differenze di ieri e di oggi.
L’incontro è stato molto appassionante e, avendo letto il libro, ognuno di noi aveva dei dubbi da chiarire e delle domande per Daniele.
Durante le settimane precedenti all’incontro, in classe con le nostre professoresse di italiano e storia, abbiamo letto il suo ultimo libro, “Lettere a una dodicenne sul fascismo di ieri e di oggi”.
Vorrete sicuramente sapere da cosa ha avuto ispirazione per scrivere questo libro, o semplicemente perché dover paragonare il fascismo di ieri e di oggi e vi dirò di più, abbiamo avuto anche noi le stesse perplessità!
Daniele ha avuto l’idea del libro durante una giornata in una classe in cui doveva presentare un altro suo lavoro su Shakespeare, e girando tra i banchi, si accorge della scritta “DVX” incisa su un banco vuoto, e sembrava proprio la stessa che era sul suo quindici anni prima. 
La proprietaria di quel banco era Giulia, una ragazza assente, e così inizia a scriverle e a spiegarle, a farle domande e a incuriosirsi, sperando che un giorno, questa Giulia legga il libro e abbia il coraggio di rispondergli e colmare tutti i dubbi dell’autore.
L’incontro è stato davvero interessante e grazie al libro ho scoperto tante curiosità sul fascismo che neanche immaginavo.
Ovviamente all’incontro con l’autore non poteva mancare una Giulia, la nostra, con cui ha scherzato e dialogato a lungo.
Ci ha anche detto che le risposte da “Giulia” gli sono arrivate… ma non era Giulia, erano mamme o anche papà che scherzando si sono firmati con il nome dell’interessata.
Daniele durante l’incontro ci ha dedicato tutta la sua attenzione e ha portato per noi un ospite, Giufà Galati, il quale si è definito suo fratello data la loro stretta amicizia.
Ovviamente alla fine di tutto l’incontro le nostre prof. avevano preparato un piccolo ricordo per il nostro scrittore, il quale è rimasto molto colpito dalla nostra partecipazione e dalla nostra accoglienza.
Molti di noi che avevano comperato il suo libro si sono fermati più a lungo per avere una firma o una dedica da Daniele.
È stata un’esperienza davvero molto interessante e originale, sicuramente ci ha fatto incuriosire e appassionare ancora i più sul fascismo!
Spero di poter vivere e raccontare nuovamente esperienze come questa… un saluto!
                                                                                                        SARA 

Non pensavo fosse così interessante!


Sapete il perche?
Bhe...ora ve lo spiego!
Iniziamo col dire di che cosa stiamo parlando . 
Siamo in classe, tutti in circle time, un pò agitati per il fatto che avremmo incontrato un rifugiato del centro Astalli.
Voi vi chiederete cos'è, per chi non non lo sa il centro Astalli è un'associazione o un luogo dove si rifugiano appunto donne con o senza bimbi, uomini, ragazzi, pk fuggono dal proprio paese dove c'è o la guerra o  la fame o altre situazioni di pericolosità.
Ma ora inizia il bello: lui entra in classe con una dipendente del centro Astalli e si siedono anche loro in cerchio con noi...ma la prima a parlare è lei che ci spiega un pò come funziona il tutto, e devo dire la verità, in quel momento mi stavo annoiando tantissimo perché non era la prima volta che facevamo un'incontro con un rifugiato, anche l'anno precedente l'abbiamo fatto, quindi noi sapevamo un pò come funzionava.
Comincia finalmente a parlare il rifugiato, ma una cosa che non vi ho detto, una  cosa che io ho notato subito appena è entrato è che era albino.
Per chi non sapesse cos'è l'albinismo, è una malattia provocata dalla mancanza di melanina, infatti loro non possono stare sotto al sole per tanto tempo, hanno la pelle chiarissima, gli occhi sono di un celeste chiarissimo e hanno i capelli sul biondo bianco.
Ma arriviamo al sodo della sua storia, lui quindi incomincia a parlare, e noi ad ascoltarlo,e racconta appunto di quando è scappato dal suo paese , la Nigeria, perchè in quei posti per chi non lo sapesse, gli albini vengono perseguitati e uccisi, perché i loro organi sono di grande valore.E infatti lui è proprio scappato per questo motivo, ci racconta che un giorno, ora non mi ricordo di preciso, ma credo che gli spaccarono qualcosa in testa e lui si risvegliò in un posto, con delle persone che non conosceva affatto che volevano ammazzarlo ma poi alla fine lo hanno lasciato andare.
A me ha colpito una cosa in particolare :che lui ad un certo punto ci ha chiesto di alzare le mani per capire quanti eravamo ad avere entrambi i genitori romani e fin lì quasi tutti, poi la stessa cosa ha chiesto per i nonni e si vedeva che le mani alzate erano meno e poi ancora per i bisnonni e le mani erano veramente pochissime. 
Ecco vedete il messaggio che lui voleva lasciare a noi è proprio questo: in fondo noi tutti siamo degli emigrati che scappano dal proprio paese. Per tante ragioni, e non ci dovrebbe essere tutto questo razzismo nei confronti delle razze diverse dalla propria perchè quello che non capisce molta gente è che siamo tutti umani e tutti possiamo fare della nostra vita ciò che vogliamo e se nasciamo in un determinato modo non è colpa nostra.
Non siamo noi quelli sbagliati, ma lo siete voi!
Giulia 

Incontro con un rifugiato



L’11 febbraio 2020 la fondazione del centro Astalli ci ha proposto un incontro con un rifugiato.
Questo per favorire una nostra riflessione sul tema delle migrazioni e ascoltare la sua storia di vita.
Questo ragazzo veniva dalla Nigeria e ci ha raccontato come ha affrontato la sua vita difficile fin da bambino.
Il suo paese è povero e la sua famiglia non aveva abbastanza soldi per mantenere i suoi cari.
Da bambino veniva anche sfruttato dalle persone in cambio di neanche un soldo e del cibo.
La sua vita da bambino fu tragica sia per lui che per tutte le famiglie del suo paese.
Tra l’altro il paese era in guerra e ogni famiglia aveva il compito di resistere il più possibile e mantenere sana la famiglia.
Questo ragazzo ha combattuto ogni attimo della sua vita e non ha mai mollato per nessun motivo!
Da grande è venuto in Italia, a Roma, per cercare lavoro.
Poi  e’stato aiutato dal centro Astalli.
Questo è quello che ci ha raccontato.

È stata un’esperienza fantastica che mi ha incuriosito moltissimo, la sua vita mi ha fatto capire molto e non vedo l’ora di rifare un esperienza simile!
Matteo 

Anche per me l'incontro con il rifugiato è stato molto interessante e illuminante , per noi alunni, perchè abbiamo scoperto le realtà di alcuni paesi che sono rimasti ancora antidiluviani. Il rifugiato tanto generosamente ci ha raccontato un po' della sua vita e delle sue sofferenze, ci ha confessato che lui era nato albino, cioè aveva una mancanza di melanina nel sangue. Nel suo paese le persone albine venivano sottovalutate e prese in giro, durante il suo racconto ha detto che un giorno lui era andato a fare una passeggiata, a un certo punto era stato rapito da alcuni ragazzi, i quali lo avevano minacciato che se lo avessero incontrato di nuovo, non sarebbe più tornato a casa.

Ora si trova in Italia al Centro Astalli dove è aiutato dai volontari del centro.
Questa storia che lui ci ha raccontato mi ha molto sensibilizzato ed è stata un'esperienza che mi ha colpito e mi ha fatto capire la realtà del suo paese.
Simone

Una Storia di bambini adulti



Ciao ragazzi, vi voglio raccontare una esperienza molto interessante che abbiamo fatto a scuola. Non ridete! A scuola ci posso essere cose molte interessanti. Vi voglio parlare del film che abbiamo visto qualche tempo fa a scuola intitolato “La paranza dei bambini”. È un film drammatico che racconta la realtà dei bambini che vivono nei quartieri difficili della città di Napoli. 

La cosa che mi ha colpito del film non è tanto la storia ma il fatto di vedere come dei ragazzini sono costretti a diventare adulti perché non hanno altre possibilità. Questi ragazzini che sono senza una guida perché i genitori non sono capaci di aiutarli e dove la criminalità comanda la vita di tutti, mi hanno fatto pensare molto. Nel mio paese, nei quartieri che noi chiamiamo “Barrios” accadono cose simili, storie di violenza, di droga e di criminalità. Io sono nata in un “barrio” e conosco questo tipo di storia. 

Per fortuna, però, ho un padre molto attento che mi ha seguita e mi ha tenuta lontana dai guai. Anche se il film ha un finale molto triste perché il fratello del protagonista viene ucciso, ci sono stati anche dei momenti che ci hanno fatto divertire, in particolare, quando il protagonista, un ragazzo bellissimo si toglie la maglietta e io e le mie compagne di classe abbiamo fatto: “Oooh!” Tutte insieme sottovoce. 
Consiglio questo film a tutti perché ci fa capire quanto può essere difficile la vita di ragazzi come noi che però hanno la sfortuna di nascere in luoghi difficili.

                                            Escarlen 



Anche io, guarda un pò, vi avrei raccontato una delle tante giornate passate a vedere un film.


Un film particolare questo che si chiama “La paranza dei bambini” che parla della mafia, dove i ragazzi napoletani vivono in un quartiere difficile. Questi ragazzi già da giovani hanno affrontato cose pericolose, addirittura perdite di persone care.

Il film è stato molto bello, ci sono stati momenti dove ci faceva ridere e dei momenti tristi, per esempio: quando Nicola perde il fratello più piccolo solo perché ha voluto provare ha fare le stesse cose.

Il film è stato anche molto interessante, perché ci fa capire che i ragazzi della nostra età fanno di tutto per avere soldi, rischiando addirittura la loro vita.





Jasmine

Esami???No, grazie!!!


Vogliamo parlare degli esami che si avvicinano?! 
Ho l’ansia che pian piano sale fino alle stelle!!! 
Questa attesa è decisamente snervante, e più ti avvicini a giugno e più ti poni domande del tipo: ”Ho fatto una bella tesina?” “Riuscirò a prendere la sufficienza?” “Sarò in grado di superare gli scritti?” “E gli orali?” “Sarò all’altezza di tutto?”. 
Ma soprattutto ti sorgerà un dubbio molto più grande di quelli precedenti: “Durante l’esame mi scorderò tutto a causa dell’ansia?” A me solo a pensarci sale un’ansia! 
E ovviamente dopo aver pensato tutto questo cerchi di toglierti tutti questi pensieri negativi dalla testa, ma l’ansia si fa sentire ed è praticamente impossibile farlo, oh almeno per me, io sono la ragazza più ansiosa che esista sulla faccia della terra! Letteralmente! 
Il cuore mi batte a mille sia  quando devo ripetere una poesia davanti a tutta la classe o sia quando devo eseguire un esercizio in pubblico, perché io sento la pressione di tutti gli occhi puntati su di me! E allora è da lì che mi prende il panico più totale e il cuore sembra che a ogni battito che si fa sempre più forte vuole uscire dal mio petto!.
Io sicuramente ripasserò la tesina cento mila volte al giorno fino a che non me la imparo a menadito e non sarà una parte di me! Non voglio fare una brutta figura, non ci tengo proprio! 
Alcuni mi dicono: “Ma se hai studiato che ansia hai?” beh io personalmente cerco di fare le cose più precisamente possibili mappe, riassunti ecc… così posso rispondere tranquillamente ai prof che faranno domande all’esame orale (beh spero altamente di no! 
Perché altrimenti sarebbero delle persone…beh come posso dire…CATTIVE!!!) ma si sa quando hai troppa ansia a volte essa può fare brutti scherzi, la cosa che mi terrorizza di più non è stare davanti a tutta la commissione e parlare anche davanti alla preside, che mamma mia se ti mette un’ansia! 
Ma è il fatto di non riuscire a parlare e di bloccarmi di colpo oppure ancor peggio che quando inizio a parlare ho la voce che mi si spezza o mi trema! Già avere la voce tremante non è affatto una cosa bella, oppure un’altra cosa brutta è che inizi a tremare con le gambe e le mani e perciò devi muoverti per tutto il perimetro della stanza e gesticolare molto sia per scaricare un po di ansia e sia per non far notare che sei estremamente agitato. 
Ok, io non voglio mettere ansia a nessuno Ma purtroppo questa è la realtà, e la realtà consiste anche nel convivere con la nemica più grande di tutti i tempi L’ANSIAA!!! Auguro a tutti quelli che dovranno ancora sostenere l’esame: “BUONA FORTUNA!!!” (vi servirà!) J

Alessia

Orientiamoci con il mega "Open day" della nostra scuola




Eccoci alla fatidica scelta!!

Ci orientiamo??????

Sabato16 novembre 2019 si è svolto nella nostra scuola il mega open day di orientamento alle scuole superiori.
Ben 47 scuole a nostra disposizione per parlarci delle loro offerte formative.
Nell’ atrio al piano terra erano stati messi dei banchi con delle sedie, ogni banco corrispondeva ad una scuola e ogni scuola era rappresentata da un insegnante e uno o più alunni.
Le scuole presenti erano numerose e ognuna cercava di coinvolgere i ragazzi ad andarle a vedere.
Io ho parlato con i rappresentanti di diversi istituti e devo dire che mi è stato molto utile, in quanto sono andato all’incontro senza avere nessunissima idea di cosa avrei voluto  fare dopo la terza media ma, parlando con alcuni di loro, mi si sono chiarite le idee.
Mi ha subito colpito un insegnante che, nello spiegarmi la scuola, mi ha invogliato ad andarla a vedere e così ho fatto.
Sono andato all’open day dell’istituto Ambrosoli (tecnico, economico) e lì, parlando prima con un docentee e poi con i ragazzi,  mi sono convinto ad iscrivermi li.
Quindi posso dire che secondo la mia esperienza gli open day sono davvero molto utili.

Buona fortuna a me e a 
tutti i miei compagni!!

Buona scelta e buona vita!!!!
Cristian 

Con Informadarte la nostra fantasia parte




Come ci si potrebbe divertire anche durante una noiosa giornata scolastica? Io ho la soluzione…
A inizio anno la nostra classe ha dovuto scegliere quale laboratorio fare tra informadarte, yoga e teatro.  Yoga l’avevamo da subito esclusa perché già avevamo intrapreso questa esperienza e non ci era molto piaciuta, quindi eravamo indecisi tra gli altri due laboratori.
Inizialmente avevamo puntato su teatro perché ci incuriosiva di più. Ma poi chi ce l’avrebbe fatta a recitare davanti a tutti? Troppa vergogna.
Quindi ci siamo convinti all’idea di fare informadarte. Negli anni precedenti ci avevano fatto presente di quello che si faceva in questo laboratorio, ma non è andata come doveva andare…
Dopo qualche lezione, infatti è cambiato il nostro modo di vedere la cosa, risultata a noi un po’ scocciante.
Durante ogni lezione, che dura due ore, nella prima facciamo teoria
mentre nella seconda pratica.
La prima ora è sempre troppo noiosa e infatti dopo mezz’ora già non ce la facciamo più a sentire la spiegazione. Durante quest’ora ci vengono mostrati vari dipinti di alcuni pittori che fanno parte delle correnti artistiche che si sono sviluppate nel tempo, però come si dice di solito “più fatti e meno parole”.
 La seconda ora, invece, è abbastanza divertente, dipende sempre da quello che ci fanno fare. Pitturiamo, disegniamo, coloriamo, incolliamo, tagliamo, insomma facciamo di tutto e di più.
Le nostre insegnanti si chiamano entrambe Francesca, sono molto simpatiche, brave a controllare quello che facciamo, organizzate e soprattutto molto pazienti con noi.
Ci sono lezioni in cui ci divertiamo molto, a me è piaciuta specialmente l’ultima che abbiamo fatto, in cui abbiamo disegnato i nostri profili, abbiamo ritagliato delle immagini dai giornali che ci rappresentavano o ci piacevano e abbiamo scattato anche delle foto a vari oggetti secondo una diversa prospettiva o luce.  Insomma, un vero divertimento ma anche una grande confusione, prodotta la maggior parte delle volte solo per un po’ di noia.
Questa esperienza si concluderà a fine anno, quando poi si terrà una mostra.
E’ un laboratorio che consiglio non a quelli che vogliono semplicemente dipingere, disegnare o fare qualcosa del genere, ma a chi piace l’arte sotto ogni punto di vista, quindi per chi vuole anche conoscere la sua storia.
Anche se a volte noioso, questo laboratorio ci insegna anche a saper lavorare tutti insieme, ad ascoltarci, ad imparare qualcosa in più sull’arte e su noi stessi ma soprattutto sugli altri.
                                                                                                   
                                                                                                    ALICE GUERCIO